Ci eravamo illusi quando pensavamo che internet avrebbe contribuito a farci conoscere nuova (e sana) gente. Il popolo del web ha plasmato l’utilizzo d’internet rispecchiandone la propria personalità. Metaforicamente parlando potrei definire il web come una grande forma di pongo che cambia e si adatta in base alle mani di chi lo utilizza. Non vi sembra che ci sia troppa libertà? Sia chiaro, non sono contrario alla libertà su internet, ma ciò che mi preoccupa è chi sta dietro al monitor. Esseri umani che tramite pc o smartphone diventano degli avatar che con molta probabilità non mostrano la reale personalità.

Chi vive su Facebook? E’ possibile trovare di tutto. Gente normale che grazie al buon senso utilizzano il social network intelligentemente, ma questa fetta di utenti è davvero bassa se confrontata con tutti quelli che usano il ritrovo creato da Zuckerberg per riempire la bacheca di contenuti inutili, o peggio ancora, di post che tendono a mettere in risalto il loro narcisismo. Una comunità che è cresciuta nell’era dell’esibizione come potrà mai socializzare con gente che vorrebbe farlo nel vero senso della parola? Come si potrà mai parlare di socializzazione reale quando questa gente è “viva” solamente dietro allo schermo? Paradossalmente i social network rischiano di diventare dei luoghi in cui prevarrà un comportamento asociale!

Facebook doveva far socializzare gente con interessi comuni e aiutarci a incontrarla dal vivo (in un prossimo articolo vi parlerò del progetto “Birthday”), purtroppo quest’utilità è totalmente inesistente o presente in una piccolissima percentuale. Il concetto social si sta diffondendo anche nel mondo dei videogiochi; apprezzo l’idea della condivisione e della socializzazione applicata al videogioco, ma non vorrei che il “Social” diventi più importante della natura stessa del videogioco. Se il videogioco continuerà a diffondersi ci sarà il rischio che si adatterà alle esigenze di questa nuova massa di persone che non hanno la minima idea di cosa sia il vero videogioco. Ho una seria paura che non si utilizzi lo strumento nel modo esatto. Proprio com’è successo per internet, il videogioco rischierà di diventare qualcosa di totalmente diverso dalla sua natura. Questa nuova massa di video giocatori trasformerà il videogioco a loro immagine e somiglianza? L’industria videoludica si adatterà seguendo le loro esigenze?

Era forse meglio dieci anni fa quando internet era roba per pochi o quando i videogiocatori erano una nicchia che preferiva vivere rinchiusa nella propria camera?

Trovare una risposta non è semplice e il quadro che si presenta davanti ai nostri occhi è molto più complesso di quanto si possa immaginare. Riflettendoci potrei rispondere con un sonoro “no”, ma allo stesso tempo rispondo anche con un “si”. Voi che ne pensate?

Lorenzo Schirò

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