Frankenweenie, recensione

Inserito il 19 gennaio 2013 da videogamers

“Quando perdi qualcuno che ami, questo si sposta in un posto speciale nel tuo cuore”

Fazzoletti. Per andare a vedere questo film, oltre alle chiavi di casa, il portafoglio e il telefonino (ma promettetemi che lo lascerete in modalità silenzioso), portatevi un bel pacchetto di fazzoletti. Se siete ragazze, non mettete il mascara. Queste sono le mie istruzioni per l’uso.

Il film è dedicato a chi ama gli animali, in particolar modo i cani e a chi ha avuto la possibilità di condividere buona parte dei loro anni con degli amici a quattro zampe. Frankenweenie però non è un film che vi terrà compagnia, è piuttosto un album di ricordi. Uno di quei vecchi album di fotografie dove ogni immagine è un pugno allo stomaco per quanto male vi fa ricordare i vostri cari che non ci sono più. Frankenweenie è una tortura: si approfitta della vostra sensibilità, mette il dito nella piaga e, nonostante i personaggi siano statuette di plastilina, ricrea alla perfezione e con minuziosità lo struggente momento dell’addio. La frase che accompagna il film è perfetta e rappresenta al meglio il tema : “When you loose someone you love they move into a special place in your heart.” ovvero, “Quando perdi qualcuno che ami, questo si sposta in un posto speciale nel tuo cuore”. Ecco, a me tutto questo ha fatto venire i brividi. La disperazione del bambino protagonista che lo porta a tutti i costi a far rivivere il suo piccolo amico, non rappresenta un modo per farlo rivivere, bensì la possibilità di dargli l’ultimo saluto. Vi affezionerete subito a Sparky, un bull terrier pacioccone e giocherellone e soffrirete nei momenti clou del film in quanto vi sarà impossibile non immedesimarvi nel protagonista e nel suo rapporto col cagnolino.

Premetto che io sono uscita dalla sala singhiozzando e se ripenso ancora a determinate scene, la lacrimuccia mi scende. Oltre il fattore commozione, troverete degli interessanti personaggi: alcuni una sorta di revival di vecchi characters Burtoniani, altri pura citazione di diversi classici cinematografici. Questo film rappresenta non un ritorno del caro vecchio Burton di una volta, bensì una sorta di finestra sulla sua carriera e su suoi temi di successo: Frankenweenie è più un “Heilà, vi ricordate quando vi facevo emozionare con le mie storie, i miei personaggi disadattati e originali?” che un “Ho cambiato idea, d’ora in poi i miei film saranno sempre così”. Il lungometraggio di Burton rappresenta una sorta d’addio alla sua filmografia indimenticabile, un saluto alle tematiche che potevano appartenere solo ad un triste regista depresso incompreso e sull’orlo della povertà. Tim omaggia anche le figure che hanno accompagnato la sua infanzia e carriera come Vincent Price, Hitchcock, i film di Frankenstein e ringrazia tutti con l’umiltà di chi ha saputo imparare e personalizzarsi grazie a questa eredità artistica. Non manca niente del buon caro vecchio Burton: la comunità bigotta ed ignorante, il diverso, il gotico, i personaggi stralunati e monosillabici, la cattiveria delle persone “normali” e il contrasto con la genuinità dell’incompreso e le meravigliose musiche di Danny Elfman. Una opera per niente commerciale in quanto totalmente in bianco e nero ed assente di gag o caratteri infantili proprio per soddisfare l’utenza dei più piccoli: la presenza di mostri e situazioni horror potrebbe persino spaventare i bambini. Una scelta curiosa e inaspettata in quanto ogni classico Disney commerciale, oltre ad avere il lieto fine, ha l’obbligo morale di strizzare l’occhio ai minori: Frankenweenie però trova il compromesso fra l’esigenza dell’azienda produttrice e il classico stile Burtoniano, in un finale che ovviamente non vi svelerò.

Con questo film finisco contemporaneamente per odiare ed amare Tim Burton: durante la visione in sala, mi ha fatto soffrire come un cane ( scusate il gioco di parole) ma mi ha anche ricordato i bei momenti passati col mio “Fido”. Il regista a quanto pare sa trovare il punto debole dello spettatore perché indubbiamente anche lui ha la stessa ferita… Ancora aperta e difficilmente rimarginabile.

Elena Aiello


Un’opera d’arte che esalta al meglio le qualità di Tim Burton
Al giorno d’oggi è semplice far vibrare le corde del cuore, soprattutto quando le tematiche riguardano argomenti a cui siamo particolarmente legati. Adesso esporre questi argomenti è ancora più immediato e di film toccanti ne abbiamo visti tantissimi, sia in versione animata che con attori reali. Ormai queste storie potrebbero risultare anche quasi scontate e per molti Frankenweenie potrebbe risultare una semplice storiella, forse lo è, ma dobbiamo osservare questa pellicola con la mente e il cuore fermi nel lontano 1984, anno in cui Tim Burton realizzò il cortometraggio Frankenwieene. Ai tempi non venne apprezzato (Tim Burton venne licenziato dalla Disney dopo lo scarso interesse del pubblico) a causa della tematica trattate, per l’eccessiva crudezza del film che sfoggiava tonalità cupe e lugubri. Come ben sappiamo i tempi sono cambiati e Frankenweenie è uscito sotto le ali della Disney in questa “nuova” reincarnazione.  Non del tutto nuova poiché Frankenwieene potrebbe essere interpretata come un’opera del 1984 più che del 2013 e non tutti potrebbero apprezzarla, soprattutto  nell’era degli effetti speciali, dalle trame articolate e dove l’azione regna sovrana fino ai titoli di coda.

Concludo con un consiglio, assistete a questa nuova opera del geniale Tim Burton come una produzione lasciata incompiuta e resa disponibile dopo quasi trent’anni, non ve ne pentirete…

Ah dimenticavo, in programmazione c’era anche Django Unchained e avete ben capito il film che ho scelto…

Lorenzo Schirò

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1 Comments For This Post

  1. elfodeiboschi Says:

    Mi hai portato al cinema senza dirmi il film che saremmo andati a vedere… Scelta curiosa… Ero sicura che avresti scelto quello di Tarantino, insomma una gradita sorpresa. un film che senza dubbio, a me che vivo e adoro più del normale le mie bassotte, non poteva non incantarmi.
    semplice nella trama, ma molto molto profondo… Con personaggi indimenticabili e un cagnolino speciale.

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