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Vecchi Tempi #1 – Il retrogame secondo Videogamers

Inserito il 24 marzo 2012 da videogamers

” 1958-1979 - I periodi dei pochi colori e del tanto spensierato divertimento”

Giocare è bello perché è semplice. Il videogioco riaffiora il bambino che è in noi, e nei nostri occhi scorrono fulmineamente i periodi in cui nelle nostre teste non frullava nessun tipo di pensiero.
Rimanevamo chiusi nel mondo dei nostri semplici giochi elettronici…Adesso siamo grandi, e la nostra “macchina del tempo” sono propri i giochi che stiamo vivendo adesso nelle nostre case o fuori grazie alle console portatili.
Se vogliamo veramente ritornare bambini, dobbiamo giocare e vivere l’esperienza di persona con ciò che nei giorni nostri viene custodito nei cuori di milioni di giocatori. Quel tesoro prende il nome di “Retrogame”.

Retrogame, i primissimi passi dell’intrattenimento videoludico
Willy Higinbotham, professore al Brookhaven National Laboratory voleva attirare a tutti i costi i suoi studenti nel suo laboratorio di elettronica. Era il 1958, quando Higinbotham e Robert V. Dvorak crearono uno dei primissimi giochi elettronici. Tramite un oscilloscopio fu creato un gioco simile al tennis. Con un joystick era possibile colpire la pallina e mandarla dall’altra parte del campo, era anche possibile imprimere la giusta direzione per non colpire la rete; Tennis For Two fu un successo incredibile, ovviamente si rivelò un semplice e immediato passatempo che rimase all’interno delle mura dell’università. In quelle mura, risiedeva una piccola scintilla che col passare del tempo diede inizio a quel lungo percorso evolutivo del videogioco.

Tennis For Two proponeva un puntino bianco e delle linee che rispettivamente rappresentavano la pallina e il campo di gioco. Il joystick era una semplice scatola metallica che comandava la direzione della palla.

Dopo tre anni dalla nascita di Tennis For Two, Stephen Russel lavorò insieme con un gruppo di studenti sullo sviluppo di Space Wars. Due astronavi si sfidavano sparandosi dei missili all’interno di uno scenario spaziale. In realtà lo spazio era un semplice fondale nero e le astronavi furono rappresentate tramite delle semplici linee bianche. Il livello di sfida fu accompagnato dalla visualizzazione del punteggio e da una particolare funzione che permetteva di far scomparire l’astronave per poi riapparire in un punto casuale dello schermo. Nel 1962 fu compiuto il passo definitivo, Space Wars venne completato ed occupava 9 Kbytes. Il gioco era ancorato ad un mainframe DEC PDP-1, di conseguenza risultava davvero difficile diffonderlo al di fuori delle pareti universitarie. Solo nel 1977, Larry Rosenthal in memoria del capolavoro di Stephen Russel, riprese il progetto realizzando il cabinato sotto l’ala protettiva della Cinematronics.

Space Wars attirava per la curiosità e per il semplice gusto della competizione. A destra il bellissimo cabinato di Space Wars.

Al giorno d’oggi risulta difficile riuscire ad avventurarsi all’interno dell’esperienza offerta da queste primitive forme del videogioco. Basterà attendere il prossimo appuntamento con la rubrica per scoprire quali giochi sono riusciti a sconfinare dalle pareti/cantine polverose di quei pochissimi intraprendenti che si dedicavano a inventare i videogiochi.

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2 Comments For This Post

  1. Alessio Landolina Says:

    Bellissimo ed interessante articolo, non sapevo nulla di ciò che hai scritto sulla “nascita” dei videogame, è stata una lettura abbastanza piacevole. Aspetto con ansia il nuovo post.

  2. elfo Says:

    come dice alessio una lettura molto piacevole e interessante… soprattutto per una come me ignorante in materia.. è bello scoprire queste curiositá.

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